Gatsby è tornato, e a riconferma che «il passato si può ripetere», il mito si è moltiplicato. Questo romanzo che per circa un secolo ha affascinato i lettori di tutto il mondo, rientra oggi nel catalogo di cinque editori italiani, con cinque diverse traduzioni e con scelte editoriali diverse, conferendo versatilità al testo tanto da rendere Il grande Gatsby una lettura plurale, assolutamente incredibile, infedele e impossibile. E chissà, siamo solo all’inizio? La rubrica si apre quindi con le note di tre dei cinque traduttori: Franca Cavagnoli (Feltrinelli), Roberto Serrai (Marsilio), Tommaso Pincio (minimum fax). E nel Personaggio un’intervista impossibile a Gatsby.
La Nota del Traduttore segue con altri sette romanzi, tra cui il libro autobiografico del regista Emir Kusturica, Dove sono in questa storia, presentato dalla traduttrice Alice Parmeggiani (Feltrinelli); Kusturica parte narrando l’infanzia, l’adolescenza e la maturità a Sarajevo, nella Jugoslavia degli anni Sessanta, fino ai decenni successivi. Il correttore di Ricardo Menéndez Salmón (marcos y marcos, trad. di Claudia Tarolo) è invece un romanzo che pone in parallelo gli errori della storia e gli errori per scriverla. La nota è affiancata da un articolo di Chiara Pibiri. Segue una ballata di sette racconti che narrano le vite di alcuni impiegati di Buenos Aires: Cuentos de la oficina di Roberto Mariani, con una nota di Marzia Mascelli (le nubi edizioni) e un interessante articolo dello scrittore Ugo Vicic. È poi la volta del romanzo di Markus Werner, Enrico l’egiziano (Casagrande, trad. di Daniela Idra), una storia in cui il protagonista lascia la Svizzera per arrivare in Egitto, spinto dal desiderio di ripercorrere il mito dei propri antenati. Nelle Vite di Dubin di Bernard Malamud (minimum fax) si torna a parlare di ritraduzione, e di quanto incide per un traduttore il fatto che un testo sia già stato tradotto (nota di Giovanni Garbellini). L’intervista di Monica Capuani a Amélie Nothomb durante l’incontro di febbraio con il pubblico milanese presso la libreria Feltrinelli, per raccontare del suo ultimo romanzo Una forma di vita (Voland) riconfermando una narrazione che scorre in parallelo con l’autobiografia e la complessa creatività dell’autrice. Infine il romanzo portoghese I flagellati del vento dell'est (Gruppo Albatros Il Filo), di Manuel Lopes, nella nota di Riccardo Greco.
Anche questa volta si è scelto un romanzo per parlare di librerie, non sempre realmente esistite, come La libreria del buon romanzo di Laurence Cossé (e/o, trad. di Alberto Bracci Testasecca).
In Traduttorama la ripubblicazione di un testo importante, La Trilogia di Fabio Montale di Jean Claude Izzo (e/o, trad. di Barbara Ferri), per parlare del giallo, con un articolo dello scrittore di gialli Giorgio Ornano. Segue il giallo nordico con L’uomo che morì come un salmone di Mikael Niemi (Iperborea, trad. di Laura Cangemi) e una raccolta di racconti con variazioni stilistiche sul genere, Omicidio a Barcellona (AA.VV., Barbès, trad. di Ana Ciurans-Ferrándiz).
Nella rubrica Pillole di lettura, infine, due poesie estratte dalla raccolta Branches di Mitch Cullin, opera ancora inedita in Italia, nella traduzione di Susanna Basso e Sabina Terziani.
Buona lettura,