È stata inaugurata in giugno, in via degli Avignonesi 32, in pieno centro a Roma, la Casa delle Traduzioni, un’iniziativa che salutiamo con grande interesse. È importante parlarne qui su N.d.T. La Nota del Traduttore con un’intervista a Simona Cives, responsabile del progetto Casa delle Traduzioni. Con altrettanta ammirazione è importante ricordare la Casa del Traduttore già esistita in Italia, a Procida, negli anni Ottanta, sotto la guida della traduttrice Anna Maria Galli Zugaro, fondatrice. Oggi, la nuova Casa delle Traduzioni si presenta in veste pubblica, quindi un’istituzione a sostegno della promozione e diffusione della traduzione letteraria, della letteratura italiana all’estero e in linea con le altre case della traduzione in Europa.
In concomitanza con l'imminente Più Libri Più Liberi, fiera della piccola e media editoria di Roma, la Casa delle Traduzioni presenta il ciclo di incontri I pomeriggi letterari in cui tra novembre e dicembre si susseguono due presentazioni: la presentazione di un'altra nuova iniziativa che salutiamo con soddisfazione, la rivista Tradurre (mercoledì 7 dicembre), la presentazione della traduzione di San’kja di Zachar Prilepin (lunedì 12 dicembre), e un reading natalizio in cui alcuni traduttori leggono passi scelti tratti da un proprio lavoro (venerdì 16 dicembre).
Nella rassegna di questo numero, il romanzo d’esordio, La fine, dello scrittore americano di origini italiane, Salvatore Scibona, pubblicato dalle edizioni romane 66thand2nd. Di questo consistente romanzo, presentato durante la scorsa edizione del Salone del Libro di Torino, si è parlato molto, è una narrazione che si apre a molteplici spunti di riflessione nonché a diverse chiavi di lettura. I personaggi parlano delle proprie origini e l’autore è abile nel puntare sul risvolto psicologico. Rocco, il fornaio, dopo essersi misurato quotidianamente e per molti anni con la solitudine, scopre finalmente il mondo. La signora Marini, rimasta vedova e sola, ascolta nitidamente le voci del proprio inconscio. Una storia americana popolata da persistenti coscienze italiane. A parlarne qui, il traduttore Beniamino Ambrosi e lo scrittore Federico Baccomo autore di Studio Illegale e La gente che sta bene (Marsilio).
Segue la traduzione di Alessandro Gallenzi della raccolta di poesie, Grazie, Nebbia, di W. H. Auden, (Adelphi), relativa agli ultimi dieci anni del poeta, quasi un congedo, pubblicata postuma nel 1974. Qui in una nota del traduttore e in una recensione di Alberto Nessi, scrittore e poeta ticinese.
Alessandro Gallenzi, oltre ad essere traduttore è anche editore e libraio, a Londra. Lo presentiamo in un’intervista nella sezione «Libreria» per parlarci della sua libreria-teatro The Calder Bookshop & Theatre, situata su The Cut, la stessa strada di due famosi teatri londinesi, l’Old Vic e il Young Vic. Calder prende il nome dall’omonima casa editrice appartenuta a John Calder, libraio e editore anche di Samuel Beckett, suo grande amico.
Tra i vari libri in rassegna, un saggio da leggere urgentemente è Il lungo viaggio in slitta, del danese Knud Rasmussen. Non il solito thriller scandinavo, no – per fortuna –, piuttosto il diario di un esploratore alla scoperta di terre estreme, tradizioni eschimesi, culture e modi di vivere a noi sconosciuti, tuttavia un classico di sempre della letteratura nordica, giunto finalmente in Italia grazie alla traduzione di Bruno Berni e a Quodlibet. Qui anche nella recensione di Davide Rubini conoscitore della Scandinavia e del nord Europa e autore del recente Avvistamento di pesci rossi in Danimarca (Biliki).
E una nota al contrario su uno scrittore ancora inedito in Italia, Prematurità, un delicato romanzo di Corrado Premuda tradotto in croato da Angela Galic per le edizioni Antibarbarus di Zagabria.
Buona lettura,