Narrativa fantastica: piccole coordinate per nuove esplorazioni

Argomento: Extra
Pubblicazione: 5 maggio 2020

di Camilla Pelizzoli
redattrice


Quando parliamo di fantasy, horror e fantascienza – ciò che tradizionalmente rientra sotto l’ampio cappello della narrativa fantastica – pensiamo soprattutto alla geografia di altri mondi: ma esiste in realtà anche una geografia degli autori, che influenza e trasforma i contenuti delle storie di questi generi dandogli declinazioni inedite, nate dall’humus di racconti, cultura, miti e folklore che ogni regione del mondo porta con sé.

Se infatti nella letteratura moderna/contemporanea c’è stata, per lungo tempo, una dominazione anglofona indiscussa (prima soprattutto britannica, poi americana), negli ultimi anni si sono fatti notare immaginari e autori che hanno tentato di distaccarsi da certi paesaggi narrativi spesso un po’ triti. Dalla Russia post-apocalittica di Metro 33, progetto editoriale condiviso di Dmitrij Gluchovskij, a Lagos invasa dagli alieni di Nnedi Okorafor, autrice statunitense di origini nigeriane, dalla fantascienza di autori cinesi come Cixin Liu, che ha conquistato il premio Hugo con Il problema dei tre corpi (traduzione di Benedetta Tavani, Mndadori, 2017) al fantasy di ispirazione africana di Marlon James, autore di Leopardo nero, lupo rosso (Paola D’Accardi, Frassinelli) e già vincitore del Man Booker Prize, fino ad arrivare a coordinate più familiari, quelle del “fantasy mediterraneo” cui tanti autori italiani hanno contribuito a dare vita: le alternative davvero non mancano.

La cosa interessante da notare è che, spesso, sono stati i piccoli editori a cogliere per primi questa tendenza, tanto per quanto riguarda la produzione originale quanto per le traduzioni. In parte, è anche una risposta a un mercato che è stato a lungo stagnante: nelle grandi librerie si trovavano solo (esageriamo, ma non andiamo troppo lontano dal vero) Tolkien e Martin per il fantasy, Asimov e Philip K. Dick per la fantascienza, Lovecraft e altri grandi classici per l’horror. L’appassionato di questi generi, però, è un lettore vorace, e spesso interessato a idee innovative, a storie mai viste prima. Molti piccoli editori hanno cercato di dare una risposta a questa richiesta.

Tra i più attivi nella traduzione, ad esempio, c’è FutureFiction. Fondata da Francesco Mantovani e Francesco Verso, vincitore del premio Urania, chiarisce già dal nome la sua spinta verso l’avvenire e, con una mappa interattiva sul proprio sito, anche quella verso nuovi orizzonti: non c’è continente da cui non sia stata pescata una storia. Particolare attenzione è data in particolare alla fantascienza cinese – che come abbiamo accennato si sta facendo notare al di fuori dei propri confini – che spesso viene pubblicata con testo a fronte. Sempre in ambito fantascientifico, Zona 42 ha forse meno varietà geografica, ma sicuramente non manca di dare attenzione al lavoro di chi traduce, dandogli spazio in copertina; si fa notare, inoltre, la ricerca di voci particolari e molto riconoscibili, dalla già citata Okorafor a Jennifer Marie Brissett, anglogiamaicana, da Sam J. Miller ad alcuni dei nomi più promettenti delle penne nostrane.

Passando all’horror, si fanno notare le edizioni Indipendent Legions (le cui copertine lasciano ben pochi dubbi sul genere di riferimento), che pubblicano anche in lingua inglese, e Hypnos, che con la rivista omonima e il premio a essa legato cerca di promuovere il weird con voci nuove e classici recuperati.

Infine, il fantasy. Forse l’ambito che presenta più varietà, anche grazie a una certa popolarità data dal fiorire di film e serie TV di genere (l’onda lunga della trilogia di Peter Jackson non è ancora del tutto esaurita, e ha avuto il merito di introdurre al fantasy moltissimi nuovi lettori; Game of Thrones, in anni recenti, ha fatto il resto). Tra le iniziative più particolari, anche se non riguarda la traduzione, c’è lo spaghetti fantasy di Acheron Books: una variante forse più caciarona del fantasy mediterraneo cui accennavamo, sicuramente più brancaleonesca, con una buona base fatta di Ariosto, Boiardo e Pulci. Il loro catalogo è già quasi interamente dedicato ad autori e storie di ambientazione italiana, ma questo particolare “sottogenere” ha certamente le carte in regola per dare spunti inaspettati e a farci rivalutare la posizione della penisola nella geografia fantastica.