Dopo un intenso anno di lavori, Rizzoli Bookstore New York ha riaperto quest’estate in un indirizzo nuovo, a Broadway, al 1133 della Ventiseiesima Strada al pianterreno dello storico St James Building, nel gioioso e diversificato quartiere commerciale di NoMad insieme ad altri colossi del Made in Italy.
Questo è il secondo trasloco della libreria Rizzoli USA, arrivata nel 1964 sulla Fifth Avenue insieme al fondatore dell’omonima casa editrice, Angelo Rizzoli sr. Negli anni Ottanta la libreria trasloca per la prima volta e si trasferisce sulla Cinquantasettesima Strada dove l’anno scorso – quasi per un capriccio del destino – poco dopo la morte di Angelo Rizzoli jr, e dopo ventinove anni di locazione, l’edificio passa di mano a una società immobiliare che decide di demolirlo e riedificarlo, allo stesso modo di altri palazzi d’epoca nei dintorni trasformati in edifici residenziali e commerciali all’avanguardia.
Il settore editoria è in una fase di cambiamento, in un’ottica di promozione internazionale della letteratura. Tuttavia, da cinquanta anni a questa parte Rizzoli continua a rendere l’Italia grande agli occhi degli americani.
Possiamo immaginare quanto fosse urgente allora, negli anni Sessanta, per un europeo portare la propria impresa a New York e vederla crescere: «Quindi sono qui e voglio vivere questo ritmo. (…) Sono o non sono un manager d’una importante azienda editoriale italiana?» (Italo Calvino, Un ottimista in America. 1959 - 1960, Mondadori, 2014). Questo è quello che scrive Italo Calvino nell’emozione di vivere anche lui l’Amérique, au jour le jour. Arrivato a New York nel 1959, via mare, all’età di trentasette anni, Calvino è travolto da una spinta nuova, sente e vive l’esperienza da uomo e da scrittore, ma anche da manager a servizio di una casa editrice, l’Einaudi. Sorpreso e coinvolto nelle public relations, business-lunches, business-parties e business-breakfast, presto, alle sette e mezza del mattino.
Nello stesso periodo altri settori imprenditoriali hanno investito nella stessa esperienza, portando in Italia la moderna managerialità americana nella propria azienda old economy.
È in questo modo che è nato a Milano il concetto di «catena», di «grande distribuzione organizzata», importato nel 1957 da Bernardo Caprotti che in società con Nelson Rockefeller fonda la Supermarkets Italiani - oggi ben nota con il nome di «Esselunga» - sul modello di retail store chain, a cui applica la nuova logica del libero servizio. Arrivato a New York, anche lui a bordo di un transatlantico, scrive: «Quell’anno trascorso negli Stati Uniti mi insegnò a lavorare. (…) Da loro, in Consiglio d’amministrazione, imparai che cos’è la democrazia» (Falce e carrello, Bernardo Caprotti, Marsilio, 2007).
Il nuovissimo negozio Rizzoli, riaperto il 27 luglio 2015, ha ridistribuito i ben noti tre piani della libreria su un unico spazio di 465 metri quadrati al pianoterra, in tre grandi ambienti alti oltre cinque metri, e fuori un’ampia vetrata in cristallo mostra gli interni su una lunghezza di ben dieci metri. Qui troviamo una navata colonnata e uno stupendo effetto scacchiera in bianco e nero del pavimento in marmo; le porte vetrate interne dagli stipiti rosso vermiglio aprono un vasto salone centrale e un altrettanto grande spazio finestrato è dedicato agli eventi, con una capienza di cento persone. Molti arredi del negozio precedente sono stati conservati e ricollocati in questo posto più luminoso e spazioso. Fornasetti Milano ha portato l’eleganza e ha vestito le pareti con una speciale carta da parati prodotta dall’azienda artigiana Cole & Son in esclusiva per Rizzoli New York. I disegni di Fornasetti sono oltre le scaffalature e in tutte le vaste sale, su una fascia decorativa disposta in alto. Ritraggono motivi surreali di città italiane dolcemente fluttuanti tra l’azzurro e le nuvole, segni zodiacali e mongolfiere che si dirigono verso i soffitti. Il Duomo di Milano è sopra le casse. Il collage è inconfondibile e magico, composto da frammenti di giornale e farfalle.
Gli ambienti del negozio precedente che per tanti anni oltre ai libri hanno ospitato la redazione del Corriere della Sera, i servizi fotografici di moda delle riviste Rizzoli e l’ufficio di Oriana Fallaci, rimangono indelebili nei film Falling in Love (1984), Manhattan (1979) e True Story (2015). Tuttora, Rizzoli Bookstore NY è tra le dieci librerie più belle del mondo.
Nello stacco tra le due realtà, è stato importante intervistare Laura Donnini, ad di RCS Libri:
La nuova apertura della libreria Rizzoli di New York ha creato una certa aspettativa di pubblico, c’è un aspetto in particolare che ne sottolinea il rinnovamento?
Il nuovo Rizzoli Bookstore ha mantenuto nello spirito e nel decoro l’allure della storica libreria sulla Cinquantasettesima Strada, sebbene con importanti rinnovamenti che lo proiettano appieno nella contemporaneità, volti a renderlo uno dei centri di riferimento della cultura della metropoli americana e una delle librerie più belle del mondo.
Il progetto, curato dagli architetti di Ike Kligerman Barkley, rende omaggio alle caratteristiche storiche del St. James Building, il palazzo che ospita la libreria, aggiungendo grande teatralità a altri dettagli tra cui l’audace pavimento in marmo bianco e nero, le lucide colonne nere e i murales onirici di Fornasetti, creati appositamente per il bookstore. Inoltre molti dei classici arredi del negozio precedente sono stati conservati e reintrodotti nel nuovo spazio, comprese le librerie in legno di ciliegio e i grandi lampadari in ottone. La superficie totale, di circa 500 mq, è la stessa ma distribuita su un solo livello invece che su tre piani.
Quando all’inizio è circolata la notizia della chiusura, molti hanno pensato alla crisi ma in realtà si è trattato di un trasloco. Com’è stata accolta la notizia del Rizzoli Bookstore nella nuova location?
I newyorkesi si sono dimostrati molto affezionati alla libreria e felici di ritrovarla a NoMad, un quartiere che abbiamo scelto per la sua centralità a Manhattan, per il rinnovamento sociale e urbano che vi si esprime e per l’energia che vi si concentra. Prima di firmare per questa location abbiamo esaminato più di cento altre possibilità in città. Dalle prime risultanze la partecipazione dei newyorkesi alle attività e alle presentazioni in libreria è altissima e il riscontro è ottimo.
Quanto incide la crisi su una libreria così importante?
Le librerie sono certamente poste sotto pressione dalle evoluzioni del mercato, ma noi siamo profondamente convinti che quelle che sapranno offrire anche un grande valore aggiunto al piacere comunque persistente di perdersi fra splendidi libri fisici in uno spazio elegante e accogliente rimarranno luoghi centrali per le comunità.
Qual è lo stereotipo del frequentatore abituale di Rizzoli Bookstore?
Amanti dei libri illustrati di ogni età e origine, newyorkesi o visitatori dal resto degli Stati Uniti e dal mondo. Tra i libri in catalogo ci focalizziamo su una selezione tra i migliori titoli su Moda, Interior Decoration, Architettura, Fotografia, Arte, Design, Food and Wine, e naturalmente sull’Italia in tutte le sue forme.
Quanto incide la presenza di una libreria italiana all’estero sulla promozione della letteratura italiana?
Il brand Rizzoli International è da sempre sinonimo di lusso, eleganza, arte e design. Ovviamente il bookstore diventa un polo di aggregazione a livello culturale per tutto ciò che è italiano e un veicolo privilegiato di diffusione della nostra cultura all’estero.
La letteratura di lingua inglese è tra le più tradotte al mondo. Il lettore americano ha curiosità a scoprire autori oltreoceano?
Assolutamente sì.
Quanto conta la promozione in libreria?
Le presentazioni, così come altre tipologie di eventi come mostre, proiezioni e concerti, sono essenziali per una libreria: aprire i propri spazi fisici ai lettori e agli appassionati è quasi una mission per un bookstore. Proprio per questo motivo abbiamo progettato il salone del Bookstore in modo da avere uno spazio ampio e funzionale dedicato a questa tipologia di eventi, con la possibilità di ospitare un centinaio di persone.
Il lettore è sensibile al personale librario. Quanto conta affidare la gestione di una libreria, grande o piccola, a librai veri, a persone preparate?
Come per Rizzoli Galleria, la nostra libreria milanese, è assolutamente fondamentale la presenza di librai, non di commessi, persone esperte e appassionate, pronte a affiancare e consigliare i lettori.
Esiste una app della libreria Rizzoli di New York come per la libreria Rizzoli di Milano?
Al momento no, vista la tipologia abbastanza diversa di utenza e offerta. BooktoBook però non è semplicemente l’app di Rizzoli Galleria ma, oltre a unire la dimensione fisica e quella digitale della libreria, mette a disposizione degli utenti contenuti tratti dal sito di RCS Libri, informazioni e approfondimenti sui libri e sulle novità in uscita, le classifiche e i suggerimenti dei librai.
Nel settore narrativa, possiamo considerare l’e-book uno strumento di consultazione rapida, con una vita parallela e complementare rispetto al cartaceo, oppure un concorrente della carta?
È essenziale per questo Paese tenere alto con orgoglio il nostro primato di amore per la cultura, a prescindere dal suo formato e proprio per questo, come editori, continuiamo a lavorare con numerosi interlocutori per sviluppare nuove idee e format che avvicinino sempre più persone alla lettura. Quasi un anno fa abbiamo ad esempio sostenuto l’iniziativa #unlibroèunlibro, che aveva l’obiettivo di equiparare l’Iva degli e-book a quella dei libri cartacei. In generale concordiamo che l’e-book è complementare rispetto al cartaceo.