L’aeroporto di Malpensa e una base militare aerea sono a pochi chilometri da qui, una distanza che a pranzo del 25 febbraio scorso ci è sembrata ancora più breve. Interrotti da un primo ma insolito rumore aereo a bassissima quota, siamo rimasti con la forchetta a mezz’aria e con un punto esclamativo nello sguardo. Suggestionati, abbiamo associato quella perturbazione sonora alla notizia dell’attacco russo e alla dolorosa realtà delle migliaia di civili ucraini pronti all’esodo.
È stato un continuo passaggio di aerei tutti nella stessa direzione, ogni volta diversi, tanto che abbiamo abbandonato la cucina e siamo usciti per osservarne uno con due galleggianti a forma di scafo, come in effetti ci era sembrato mentre guardavamo attenti il cielo dalla finestra.
In questo alzarci da tavola per guardare gli aerei, nell’interrompere un’azione che si stava svolgendo in tranquillità, ci era sembrato di vivere in una scena degli anni Trenta, al passaggio del nemico! Ben lontani dalle trincee siamo rimasti increduli a un simile scenario di mobilitazione in vista di esigenze belliche. Di solito guardiamo in alto per interrogare le nuvole, ammirare l’azzurro terso, il rosa, il grigio, un lampo per il rombo di un tuono, un arcobaleno o altri bellissimi e suggestivi segni del cielo, ma quegli aerei torbidi di guerra davvero non ce li aspettavamo, e probabilmente nemmeno Zelensky.
Possiamo tornare indietro di tre anni con il rogo della Cattedrale di Notre-Dame, ritroviamo la lettura di un presente in rovina e il presagio di eventi futuri avversi. E di ferite ce ne sono state, da contemplare e da sanare.
Poi ci siamo illusi che la grande avversità fosse la pandemia, invece siamo rimasti sbalorditi dalla crisi ucraina e mentre la speranza dei più rimane ben tesa per la pace, la guerra serpeggia: gli Stati intorno alla Russia, in territori non contesi come la Finlandia, vivono nel brusio del pericolo; guardano al lungo passato di ostilità scongiurando il risveglio del vecchio orso.
Oggi, ci siamo abituati al passaggio frequente degli aerei militari in volo, non ci interroghiamo più su quale sia la loro rotta; con la pausa estiva abbiamo visto la ripresa del turismo come se la guerra quasi non ci fosse, il moltiplicarsi dei voli di linea tra cancellazioni e rimborsi. Il caldo eccessivo ha infine fuso la testa dei nostri politici facendo esplodere un'inedita crisi di governo. Questo, assolutamente non ce lo aspettavamo, e chissà, probabilmente nemmeno Draghi.
È arrivato l’autunno e puntuale alla ricorrenza di San Girolamo, protettore dei traduttori, nonché Giornata internazionale della traduzione, giunge la XX edizione delle
Giornate della Traduzione Letteraria, dal 30 settembre al 2 ottobre a Rimini. Anticipiamo in questo numero un’intervista a Ilide Carmignani e a Stefano Arduini organizzatori dell’evento. Seguono le note e due Focus
Extra, il primo su Dostoevskij e uno su Anne Frank ispirato al recente graphic novel,
Dov'è Anne Frank, uscito per Einaudi nella traduzione di Carla Palmieri, e il film di animazione di Ari Folman, in uscita il 29 settembre al cinema per Lucky Red, con i dialoghi di Gianni Galassi.
Di Fëdor Dostoevskij si continua a parlare dal bicentenario della nascita, tra l'incredibile faccenda della lezione milanese di Paolo Nori sulla letteratura russa e il Premio von Rezzori a Claudia Zonghetti per la sua nuova traduzione dei Fratelli Karamazov. L'approfondimento contiene un limpido articolo di Hermann Hesse pubblicato nel 1925 sul Vossische Zeitung, qui nell'ottima traduzione di Lucio Coco; un articolo del regista teatrale Daniele Salvo, sulla regia de Il Grande Inquisitore; un articolo di Emiliano Sabadello sullo spettacolo di Daniele Salvo e la segnalazione del saggio di Simonetta Salvestroni, Cristo nei romanzi di Dostoevskij (Qiqajon, 2021) testo che ha ispirato questo approfondimento.
Del lavoro su Anne Frank, proponiamo una nota di Carla Palmieri per la sua traduzione del graphic novel Dov'è Anne Frank (Ari Folman e Lena Guberman, Einaudi, 2022), accolto e controverso dalla critica. La protagonista è Kitty, l’amica immaginaria di Anne nel riflesso del regista. Il film d’animazione, Where is Anne Frank (coproduzione Purple Whale Films, 2021) ha richiesto al regista ben otto anni di lavoro.
Rimanendo sulla riflessione del contesto bellico proponiamo una nota di Mariia Semegen per il romanzo ucraino Maria, cronaca di una vita (Ulas Samchuk, Clichy, 2022). Samchuk narra la carestia ucraina del 1932-1933, ricordata dal neologismo Holodomor, ovvero morte per fame. Segue una nota di Patrizia Raveggi per la sua traduzione del romanzo sloveno, Panorama, di Dušan Šarotar (Keller, 2021). Un testo dalla carica poetica in cui l’autore descrive in prima persona la guerra nei Balcani, il dissolversi della Jugoslavia in Stati indipendenti, la fuga dai territori minati, il vagare per l’Europa, l’incontro con altri esuli di una guerra che sebbene circoscritta è durata un decennio.
Una terza nota sull’argomento bellico è una riproposta con l’articolo di Irene Sorrentino per la traduzione del romanzo finlandese All’incrocio delle quattro strade, di Tommi Kinnunen (ETS, 2018). Un affresco storico che riattualizza la tensione geopolitica. Ambientato nell’arco di un secolo (1895-1996) narra il susseguirsi di generazioni, guerre intestine e famigliari sullo sfondo di guerriglie tra Finlandia e Paesi confinanti, le due guerre mondiali e infine l’ingresso nell’Unione Europea.
In conclusione Silvia Fornasiero con la nota al romanzo americano Passing, di Nella Larsen (Frassinelli, 2020). Infine l’articolo di Anna Valerio alla sua traduzione del romanzo turco Senza toccare, di Nermin Yildirim (Altano, 2021).
Questa estate caldissima con 40 gradi di giorno e di notte, quanto abbiamo sofferto? Ora sembrano incredibili e bellissime queste fresche temperature della ripresa. Trascorriamola il più gioiosamente possibile.
E buona lettura!