La traduzione collaborativa

Argomento: FlashLetter
Pubblicazione: 11 dicembre 2019

La raccolta Il principe felice e altre storie, di Oscar Wilde, continua a conoscere numerose edizioni e traduzioni da circa vent'anni. L’edizione 2019 è uscita per i Tascabili Bompiani, in una nuova traduzione a dodici mani come progetto di traduzione collaborativa.

Sappiamo che per tradurre un testo non esiste una sola modalità, ma almeno due: la traduzione di un solo traduttore e la traduzione a più mani. Naturalmente anche qui, nel secondo caso, non esiste una sola modalità, ma almeno due: la suddivisione del testo in più parti, dove ciascuno dei traduttori ne traduce una parte ‒ senza tuttavia dare per scontato che ci sia un confronto tra loro ‒ in autonomia, e questo rende il metodo di nuovo autoriale. Spesso l'obiettivo è di ottenere voci diverse, se i capitoli sono scritti da autori diversi, oppure se lo stesso autore alterna voci diverse. Comunque sia, questa suddivisione delle parti è frequente e i motivi sono infiniti.

Una seconda modalità tra le altre possibili, è la traduzione collaborativa, una tecnica affascinante, certamente non nuova e tuttavia ancora poco diffusa in Italia. Un esempio piuttosto noto e recente è il duo Enrico Terrinoni e Fabio Pedone per la loro ritraduzione a quattro mani di Finnegans Wake di Joyce (Mondadori). Al contrario di quanto si potrebbe immaginare, l’obiettivo della traduzione collaborativa è di ottenere una voce omogenea e nel rispetto dell’originale. Qui ciascuno è traduttore e revisore a vicenda e a rotazione, fino a uniformare la voce di tutto il testo, di tutto il libro, da cima a fondo.

Ma come funziona?

I traduttori si dividono in coppie e tra loro viene scelto un coordinatore (e può anche esserci un traduttore madrelingua); prevede riunioni e riunioni, diventa un’esperienza condivisa che va oltre la professionalità, è divertente; certo, è necessaria la sintonia, se non addirittura l’amicizia, il rispetto.

L'esempio che vi raccontiamo si riferisce a un progetto editoriale di sei ex allieve della Civica Scuola per Interpreti e Traduttori Altiero Spinelli di Fondazione Milano. Su proposta della loro ex docente Franca Cavagnoli ‒ che in Civica da alcuni anni affronta l'aspetto della traduzione collaborativa ‒ hanno formato un gruppo di lavoro. Il progetto le ha viste impegnate sulla ritraduzione della raccolta di Oscar Wilde, Il Principe felice e altre storie. Il lavoro a dodici mani è riuscito molto bene e il libro è stato pubblicato da Bompiani.

Il gruppo si è suddiviso il lavoro per coppie, con una coordinatrice e una (quasi)madrelingua, in questo modo: Maria Laura Capobianco (coordinatrice) e Claudia Corrao; Giada D’Elia e Erica Maggioni; Bojana Murišić (traduttrice madrelingua serba, seconda lingua inglese, USA) e Giorgia Stefani.

Qui l'articolo completo con l'intervista.

Buona lettura,

Dori Agrosì