Teatro e poesia

Argomento: Editoriali
Pubblicazione: 9 giugno 2005

Ci sono due settori della traduzione letteraria che richiedono un impegno particolare: il teatro e la poesia. In questo numero il teatro è protagonista attraverso il personaggio di Laura Forti, drammaturga e traduttrice per il teatro. Ci racconta del suo impegno e di uno dei suoi autori preferiti, George Tabori, autore di origine ungherese qui in rassegna con “Mein Kampf” (Einaudi), una farsa.

Nelle varie sezioni di N.d.T. è stata aggiunta “Poesia”, una sezione necessaria per ampliare il discorso sulla visibilità della traduzione. “Poesia” prende il via con la traduzione di un’opera brasiliana del poeta drammaturgo João Cabral de Melo Neto “Morte e vita Severina” (Robin). Da testimone letterario l'autore racconta in versi le drammatiche condizioni di vita dei braccianti del Nord Est brasiliano. La traduzione è di quattro studenti dell’Università di Siena: Cristiana Bambini, Riccardo Greco, Delia Occelli e Laura Rocchi che lo hanno tradotto sotto la guida di Antonio Tabucchi.

Nella sezione “Romanzo” due opere interessanti: "The James Dean Garage Band" una raccolta di dieci racconti dell’autore americano Rick Moody, dallo stile originale e audace, tradotta da Adelaide Cioni (minimumfax). Il romanzo “Serpenti e piercing” di un’autrice giapponese Hitomi Kanehara che attraverso il mondo del tatuaggio racconta anche se stessa. Un romanzo autobiografico ma anche specchio della realtà giovanile nipponica, tradotto dal giapponese da Alessandro Clementi (Fazi).

Nella sezione “Giallo” un poliziesco “Roseanna”, scritto dalla coppia avanguardista svedese Maj Sjöwall e Per Wahlöö, che scrissero tra il 1965 e il 1975 con il preciso obiettivo di innovare il giallo svedese. Roseanna è il primo volume di questa serie, tradotto da Renato Zatti (Sellerio).

In “Nord” un altro romanzo svedese “O me o muuh!” di Katarina Mazetti, tradotto da Laura Cangemi (Salani), un romanzo sulla diversità che fa incontrare due individui fino a portarli a fare delle scelte e a non rinunciare a ciò che sembra la cosa più importante.

In “Migrazioni” il romanzo dello scrittore croato Josip Novakovich “La vita fuori tempo di Ivan Dolinar” (ISBN edizioni), tradotto dall’inglese da Anna Mioni che lo definisce un romanzo picaresco. In “Traduttorama” la presentazione, da parte dell’autore stesso, del libro “L’industria della traduzione”; Gianni Davico spiega la realtà e le prospettive della traduzione tecnica nel mercato italiano delle agenzie e dei traduttori freelance.