Yiannis Karvelis, ingegnere e docente universitario, autore di numerosi testi scolastici e di narrativa, ritiene che a tutt’oggi non si siano ancora sfruttate appieno le potenzialità della matematica.
Non nel senso stretto di disciplina di studio, ma intesa in modo più ampio, come una delle abilità fondamentali, importante per migliorare la capacità di risoluzione dei problemi della vita quotidiana. Per inserirsi meglio nel mondo del lavoro, per esempio, non bastano solo le competenze acquisite dopo percorsi formativi specializzati, ma è indispensabile avere un atteggiamento mentale tale da poter immediatamente identificare le questioni e formulare in tempi rapidi le risposte più adatte.
La matematica, quindi, deve essere sempre presente nella nostra vita. Perché sia proficua, però, bisogna svilupparne l’aspetto ricreativo. L’autore sottolinea il termine ricreativo, contrapponendolo a divertimento, perché nel primo è compresa la componente della creazione, rappresenta cioè un momento positivo, dinamico per la mente, il secondo invece si limita a distogliere la mente e a vertere altrove l’attenzione, senza nessuna valenza produttiva, come se fosse un momento di pausa della mente.
Il detenuto zero è il secondo di quattro romanzi pubblicati sino ad oggi. È incentrato su concetti e applicazioni matematiche che fanno da base perfetta per lo sviluppo della trama, ma in una elaborazione tale da risultare facilmente fruibile anche da parte di chi non ha troppa dimestichezza con la materia.
Nel libro sono presenti tributi a importanti matematici e filosofi, come Giuseppe Peano, Bertrand Russell o Ernst Cassirer, ma Karvelis cita anche personalità viventi greche, come il docente Tryfonas, o il giurista Nikos Alivizatos o Dimitris Gavalas, matematico e poeta, autore di numerose raccolte di poesie. Uno dei tre ragazzi protagonisti, George Manthos prende il nome di un amico-collega di Karvelis che in parte ha contribuito all’elaborazione del metodo con cui si suppone che i tre ragazzi siano evasi. Il professore Blackhead richiama subito alla mente il famoso matematico e filosofo britannico Whitehead, per il capitano Mac Lane, Karvelis si rifà all’americano Saunders Mac Lane; anche l’avvocato Dora Campbell è un riferimento al matematico John Campbell.
L’ambientazione americana si adatta perfettamente alla costruzione dell’intrigo: il clima di tensione seguito all’attacco dell’11 settembre, le polemiche sorte intorno al carcere Guantánamo e alle leggi speciali del Patriot Act hanno fatto da scenario ideale per il carcere di massima sicurezza chiamato “Isolamento”, ideato da Karvelis.
In un’intervista, Karvelis racconta un aneddoto che risale al periodo in cui studiava su Google Earth i luoghi per stabilire quelli più adatti ai fini del romanzo. Cercando quale base militare scegliere, gli era capitato di visitare siti dove però gli era impedita la navigazione perché ad accesso controllato. Dopo qualche giorno, scaricando sul computer la posta elettronica, ha ricevuto anche un messaggio proveniente nientemeno che dalla CIA: avevano intercettato i suoi tentativi di accedere a settori riservati e gli chiedevano di rispondere a tutta una serie di domande spedite in allegato. Karvelis non ha avuto il coraggio di aprire subito il file, ma è stato preso da ansia e da preoccupazione, e cercava di escogitare una linea di condotta da seguire. Dopo qualche giorno, una conversazione casuale con i colleghi gli ha rivelato che anche altri avevano ricevuto la stessa mail e che si trattava in realtà di un virus che si sarebbe installato sul computer se avessero aperto l’allegato. Tirato un sospiro di sollievo, Karvelis ha cestinato il messaggio e ha continuato le sue ricerche su internet.
La matematica quindi può presentare risvolti rischiosi o può anche presentare in germe elementi eversivi, se vogliamo dare retta a Gianni Rodari che lascia senza nessun governo il suo pianeta degli alberi di Natale perché il capo ha preferito dimettersi “per ragioni matematiche”. Gran cosa la matematica!