Il bacio più breve della storia

Argomento: Romanzo
Autore: Mathias Malzieu
Pubblicazione: 8 marzo 2019

Mathias Malzieu, leader del gruppo rock francese Dionysos, porta ormai avanti di pari passo carriera musicale e letteraria. Ha già all’attivo quattro romanzi, tre dei quali tradotti in italiano La meccanica del cuore, L’uomo delle nuvole e Il bacio più breve della storia. In quest’ultima opera, l’immaginario fiabesco, lieve e tormentato insieme, che vede al centro la tematica amorosa è spinto all’estremo con l'ideazione di un’eterea creatura che scompare quando la baciano. Una sera al théâtre du Renard, mentre l’orchestra suona It’s Now or Never, un inventore tendenzialmente depresso nota questa affascinante donna e, dopo infiniti tentativi per avvicinarla, come per magia la bacia. Un bacio minuscolo e lei, di colpo, si rende invisibile. Ha inizio una rocambolesca quête in cui alle strampalate invenzioni materiali del personaggio si affiancano quelle linguistiche basate sul potere catartico della parola.

Ironico ed estroso come sempre, Malzieu sembra essersi divertito a disseminare il testo di parole create ad hoc, giochi linguistici e brevi poesie che compongono una raccolta che chiude il volume. Dopo aver lavorato su tre libri, per il traduttore diventa familiare l’universo sognato, nutrito di immagini surreali e popolato di strane figure, come un buffo detective in pensione e il suo pappagallo capace di registrare suoni e voci. Lo stesso accade con la lingua che tuttavia richiede di mantenere alta l’attenzione per cogliere appieno le suggestioni e le trovate. All’occorrenza, Malzieu forgia qualche parola: “elle s’était invisibilisée sur le coup”, “si era invisibilizzata all’istante”; chocolisation, che dà il titolo a un capitolo, coniato su “alcoolisation” e il relativo verbo chocoliser (da “alcooliser”). “Je chocolisai le perroquet et lui fis réécouter quelques notes de poumons asthmatiques”. L’italiano ci permette di ottenere lo stesso effetto partendo da “alcolizzazione” e “alcolizzare”, da cui avremo “cioccolizzazione” e il conseguente “cioccolizzare”: “Cioccolizzai il pappagallo e gli lasciai riascoltare qualche nota di polmoni asmatici.”. Del resto il cioccolato e in particolare i cioccolatini, che il protagonista prepara per rivivere la sensazione del bacio scambiato con la ragazza, giocano un ruolo di primo piano, e sarà proprio il gustoso alimento a riavvicinarli. Tutto il romanzo è costellato di mots-valises, alcuni di facile resa per assonanza con parole italiane, altri più impegnativi. Solo per citare qualche esempio: il protagonista vive in un appartelier, una laborcasa; mentre nevica dal cielo scendono floconfettis, fioccoriandoli; la ragazza baciata soffre di mélancolasthme, melanconasma; per ritrovare la ragazza, l’eroe mira a ottenere qualcosa “de l’ordre de la télépathisserie”, “nell’ordine della telepasticceria” e deve fermare l’amouragie, l’amoragia. E sullo stesso stile, si hanno giochi come: “Sans doute serait-il plus simple de communiquer par textos, même si Elvis était un véritable perroquet wi-fille” dove, anziché ricorrere a un’apposizione che avrebbe dato risultati poco felici in italiano, è stato utile lavorare su espressioni che suggerissero l’abilità di corteggiatore del pappagallo. Fra le varie possibilità, la scelta è caduta su “fare il filo”, da cui: “Forse sarebbe stato più semplice comunicare per sms, ma Elvis era un pappagallo che non perdeva l’occasione di fare il wi-filo.” Un’altra parola chiave, che darà il titolo alla raccolta poetica, proviene da un poemetto: sparadramour, formata da “sparadrap” e “amour”, “cerotto” e “amore”. In questo caso era necessario preservare l’immagine del cerotto come metafora di un amore che di primo acchito appare senza importanza, lenisce da storie passate ma che in realtà si fa bruciante di dolore al distacco, da qui l’“amorcerotto”.

Sparadramour
J’ai voulu croire que tu n’étais qu’un sparadramour
mais lorsque tu as commencé à te décoller de moi,
j’ai eu plus mal encore que si on m’arrachait la peau
avec une fourchette à escargots.

Amorcerotto
Ho voluto credere che tu fossi solo un amorcerotto,
 ma quando hai cominciato a staccarti da me,
ho sofferto più che se mi avessero strappato la pelle
con una forchetta per lumache.

 E infine, dato che l’amore, anche quando è delusione e perdita, viene rappresentato con espressioni che connotativamente fanno appello alla levità, il protagonista con ironia afferma: “Il est une forme de logique magique à se prendre un vent par une fille courant d’air, je suppose.” "Se prendre un vent" significa "essere rifiutato", "prendersi un due di picche". Si poneva il dilemma se fosse preferibile preservare il senso dell’espressione oppure spostare il significato e salvaguardare l’immagine. In un libro in cui il vento spazza via i fogli con i poemetti del protagonista e in cui, soprattutto, una ragazza si volatilizza ed è definita “courant d’air”, con l’evidente intento da parte dell’autore di ruotare attorno al campo semantico dell’aria e del vento, alla fine è prevalsa la seconda via traduttiva. L’immagine della “fille courant d’air” è molto evocativa e, benché l’italiano non abbia espressioni come “passer en courant d’air”, fare una toccata e fuga o “se déguiser en courant d’air”, svignarsela, in questo contesto, “una ragazza corrente d’aria” suggerisce con efficacia l’idea di un individuo leggero che passa rapidamente da un luogo. Tenendo poi conto dell’esordio della frase, “Il est une forme de logique magique”, è stato naturale dare un respiro più ampio a se prendre un vent traducendo con: “Fermarsi a un soffio da una ragazza corrente d’aria è una forma di logica magica, immagino.”

Ancora una volta, la magia e il potere evocativo delle parole contraddistinguono il mondo onirico di Malzieu che, divertito e instancabile, offre al lettore e al suo traduttore sempre nuove invenzioni letterarie e linguistiche.