Mangiarsi l'un l'altro per gli ideali
● Articolo di Emiliano Sabadello ● "La fabbrica dell’Assoluto" di Karel Čapek è un giovincello di quasi cento anni. Riproposto coraggiosamente da Voland, con una nuova e accurata traduzione di Giuseppe Dierna, "La fabbrica dell’Assoluto" è un’opera che dialoga alla grande con il nostro tempo, conformemente sia alla sua propria vocazione, sia a uno dei suoi significati ultimi. Significati. Perché il libro è quasi un unicum e dichiara la sua filiazione fin dal sottotitolo: Romanzo-feuilleton. Eppure, leggendo, non si tarda a scoprire che, dietro alla lettura abbastanza impegnativa, si nasconde un intero mondo che ripaga il lettore fino all’ultima pagina...