Traduzione da: francese | editore: Barbès, 2008 | traduttore: Alessandra Aricò
Lei, l’autrice del libro e attrice della pièce, è Jane Birkin, storica compagna di Serge Gainsbourg, icona anticonformista della Francia degli anni ’60 e ’70. Oh scusa dormivi, è il dialogo di una coppia in crisi, la rielaborazione di una scena di vita. Lui artista affermato e lei attrice bella, insicura e fragile.
Oh pardon tu dormais..., commedia teatrale piuttosto autobiografica della Birkin, esce in Francia negli anni ’90. Sin dall’inizio è molto apprezzata dal pubblico tanto da diventare un film per la televisione, diretto dall’autrice stessa. Dopo numerosi anni il libro è finalmente arrivato in Italia, nel 2008, grazie all’editore Barbès che con questa prima pubblicazione segna il proprio debutto nell’editoria fiorentina. Oh scusa dormivi, è nella traduzione di Alessandra Aricò, interprete teatrale, che ha interpretato il testo come attrice e regista.
Barbès, prende il nome dal noto quartiere di Parigi che ospita la più grande comunità araba e africana, perfetto esempio di mescolanza dei popoli fra Europa e Africa. E nell’editoria italiana Barbès nasce per offrire ai lettori la letteratura francese e francofona. Molti sono i titoli già pubblicati, e come Oh scusa dormivi, molti sono per la prima volta tradotti in italiano. Barbès non a caso ha scelto questo libro come anche molti altri libri francesi finora introvabili in Italia. Oh scusa dormivi è il racconto-dialogo di una notte, difficile, in cui lei sveglia il suo compagno per rivolgergli delle domande tentando di fare il punto della situazione nella loro storia. Le domande si susseguono inevitabili fino all’arrivo dell’alba e alla conseguente inevitabile rottura.
È la rappresentazione del declino di una coppia apparentemente senza problemi. Motivo del declino è la routine del tempo che travolge tutto, restituendo interminabili assenze di dialogo, distrazioni, abitudini. Tutti gli ingredienti scontati per appiattire qualsiasi complicità tra due persone che conducono una quotidianità spesso fianco a fianco. Arriva quindi la fatidica notte, in cui lei presa dall’apprensione che tutto possa finire, coglie il momento meno opportuno, quello del sonno, per affliggere il compagno con i classici dubbi: la paura d’invecchiare, l’apprensione dei silenzi, l’indifferenza e il disinteresse del consorte. Incomunicabilità alle due di notte. Le tante domande di lei non trovano risposte lucide, ma la stanchezza e la voglia di dormire di lui, trasformando la pièce in una commedia drammatica in cui niente, né le minacce, né i ricordi del passato, non riescono a rinsaldare più nulla.
Dori Agrosì