Raoul Taburin è l’ultima uscita in Italia firmata Jean-Jacques Sempé. Si tratta di un’opera intrigante e raffinata. Un’opera “lunga” di Sempé è una rarità, ne esistono solo due! Jean-Jacques Sempé era infatti un vignettista umorista, gran parte della sua produzione artistica era destinata a riviste e quotidiani. A volte ne faceva da copertina, come è successo per il New Yorker. Per ben più di cento volte la celeberrima rivista americana ha scelto di utilizzare un’illustrazione di Sempé come copertina.
Una produzione di disegni concepiti in tal modo ha portato, nel tempo, alla creazione di varie raccolte in cui l’autore si racconta tramite intervista. Quasi tutti i volumi pubblicati sono fatti in questo modo. Due soltanto sono le eccezioni, Raoul Taburin e Marcellin Caillou. Posso anche dirvi, in anteprima, che entrambe le opere usciranno in italiano con 21lettere e che la traduzione di entrambe è stata affidata a me. Il che è un onore, ma, visto che qui parliamo a dei traduttori, possiamo menzionare anche l’onere che queste traduzioni comportano. In questo caso non ci sono testi lunghi, e le immagini guidano la traduzione. Questo sia in termini di qualità che di quantità. Poche parole e molte immagini a dominare le pagine. Tradurre in questo caso significa lasciarsi pervadere dal “mood”, scusate, un traduttore dovrebbe essere in grado di non usare termini stranieri, diciamo quindi dall’atmosfera, dallo spirito delle immagini, perché è tramite quelle che si completano le intenzioni dell’autore. Detto questo, alcune delle illustrazioni possono avere qualche slancio emotivo, ironico… ma l’intera opera è pervasa dalla stessa atmosfera di base che la amalgama. E questo agevola il compito.
La difficoltà qui sta nella estrema raffinatezza dell’autore, che non si nota, sembra naturale, spontanea, infantile anche. Le parole sono poche e sono scelte con la stessa cura delle immagini. I nomi e la vicenda sembrano ridicoli, assurdi, com’è tipico in Sempé; invece, si parla di un dramma esistenziale, Raoul Taburin, biciclettaio di successo che non sa andare in bicicletta, è un libro sul peso dei segreti.
Raoul Taburin presenta la tipica carica di delicatezza e sensibilità che contraddistinguono le opere di Sempé. Quando l’autore è scomparso, nell’agosto del 2022, il Presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato: “Aveva la grazia di rimanere sempre spensierato senza mai perdere un colpo.”
Jean-Jacques Sempé è un autore celebre in Francia, ma non solo, è molto conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, dal Giappone, dove è marcata, per tradizione, l’attenzione al tratto, agli Stati Uniti, dove la rivista letteraria The New Yorker lo ha fatto entrare nelle case e nei salotti.
Ci mancherà, Sempé, ci mancheranno le sue opere, la sua sensibilità nell’osservare la natura umana, la sua ironia profonda che si presenta in punta di piedi, come un gioco da bambini; le sue “opere lunghe” dove le sue caratteristiche e la sua visione vengono reiterate, approfondite ed esaltate.
Il disegno per l’autore era, nell’infanzia, una fuga da una realtà fatta di miseria e violenza intollerabili e imbarazzanti, persino. Un modo di esprimere un mondo di cui si faceva osservatore, se non del tutto esterno, a lato. Disegno perfezionato nelle lunghe ore vuote del servizio militare che lo ha strappato da quelle violenze e da quella miseria, e portato a Parigi, sede delle riviste che i disegni pubblicavano e dei vignettisti più affermati.
Non possiamo che ringraziare, per il risultato, per tanta grazia e dedizione. E, Bravó!