Caos calmo di Sandro Veronesi è stato pubblicato dalla casa editrice greca Papyros tradotto con il titolo ήρεμο χάος. Per quasi un anno sono stata impegnata con questo libro e mi ha influenzata moltissimo. L’ho amato fin dalla prima pagina e non ho cambiato idea lungo tutto il lavoro. Ho visto anche il film con Nanni Moretti, che è un attore che amo molto, e con Valeria Golino, attrice molto brava che da adolescente ha frequentato per qualche anno la Scuola Italiana di Atene che ho frequentato anch’io. Mi ricordo molto bene di lei, una ragazza molto attraente di cui erano innamorati tutti i ragazzi della scuola! Ma ritorno al libro.
Non dirò la solita battuta che questo libro è stato per me una sfida perché per me è stato solo un grande piacere e anche un onore perché mi ha dato l’occasione di scambiare alcune email con l’autore, Sandro Veronesi, sempre gentile, pronto ad aiutarmi e a spiegarmi ogni cosa. Ho trovato molto originale e mi ha commossa profondamente l’idea che il protagonista Pietro, alla morte della moglie, trasferisca tutta la sua vita davanti alla scuola della figlia. Pietro desidera restarle sempre vicino e vuole che lei senta la sua vicinanza, il semplice contatto visivo con la finestra della classe della figlia lo fa stare meglio. Questa sua costante presenza porta la gente ad avvicinarsi a lui, tutti provano il bisogno di abbracciarlo e di parlargli, di raccontargli fatti e avvenimenti dell’ambiente di lavoro, diventando così il confessore di tutti.
Pietro rimane calmo al centro del caos. E la figlia rimane calma anche lei.
In quanto alla traduzione, potrei dire che non ho incontrato grosse difficoltà. Ho trovato lo stile di Veronesi molto comprensibile, ma non nel senso di facile o di semplice. Comprensibile nel senso di non artificialmente ricercato, cosa che, secondo me, è segno distintivo della scrittura di qualità. Certo, ci sono stati momenti in cui non sapevo come regolarmi, soprattutto di fronte alle parolacce che non conoscevo. Ma grazie ai miei amici italiani, ho superato queste difficoltà. Un punto di difficile soluzione è stato il palindromo che si trova all’inizio del libro. La figlia di Pietro impara a scuola il concetto di palindromo, cioè una parola o una frase che può essere letta nello stesso modo anche a rovescio. L’esempio che ne dà la piccola Claudia è I topi non avevano nipoti. "Palindromo" è una parola di origine greca ma qui è usata per indicare qualcosa che si muove avanti e indietro: pali- significa di nuovo, dromos strada, via. Quindi, cosa dovevo fare io con quei topi che non avevano nipoti? Come tradurlo in greco? Ci ho pensato e ripensato e alla fine, non trovando nessuna soluzione soddisfacente, ho deciso di lasciarlo in italiano e darne il significato in una nota del traduttore a piè di pagina.
Da noi, il senso italiano del palindromo viene tradotto come scrittura carcinica, dall’immagine del granchio, in greco classico καρκίνος, che cammina avanti e indietro. La frase che gli allievi greci imparano come esempio è quella dell’imperatore Giustiniano incisa su una fontana della chiesa di Santa Sofia: «Νιψον ανομηματα μη μοναν οψιν», «Làvati i peccati e non solo il viso.» La soluzione che ho adottato per i topi non mi soddisfa, ma non potevo mettere in bocca a una ragazzina alle prime classi di scuola elementare la solenne, pesante e saggia frase di Giustiniano. Veronesi dà un altro esempio di palindromo, questa volta in inglese, able I was ere saw I Elba. Nel libro ci sono molte frasi o parole inglesi, per fortuna traduco anche dall’inglese e non ho incontrato difficoltà con le citazioni o le canzoni dei Radiohead presenti nel testo.