Della Salvayre conoscevo alcuni romanzi pubblicati anni fa, e serbavo un vago ricordo di un mondo di tristezza e incomunicabilità. Quando mi è stata proposta la traduzione di Passaggio alla nemica ho scoperto un testo del tutto diverso, un'autentica - e piacevole - sorpresa. Una pagina dopo l'altra si apre uno scrigno di tesori, inattesi e dunque più apprezzabili in un romanzo. Le gemme si lasciano intravedere e poi rientrano nel forziere, e vengono sostituite da altre. Lydie Salvayre ha costruito un congegno perfetto, che dapprima coinvolge e rapisce il lettore, poi lo conduce nella realtà delle attuali periferie francesi degli immigrati, dei reietti. In questo microcosmo di frustrazione e delinquenti vive una deliziosa creatura dal didietro sublime, che viene identificata subito dall'ispettore come elemento pericoloso e dunque da indagare. La bella Dulcinea ha costituito un primo e nuovo scoglio traduttorio, dal quale mi sono gettata baldanzosamente e trascinata dalla storia: per la prima volta ho tradotto il nome della protagonista, visto che non solo presenta il nome di battesimo dell'eroina di Cervantes, ma porta anche il vero cognome dell'autore, Savedra. Mi sono fatta trasportare nella periferia popolata di maghrebini e nipoti di fuorusciti spagnoli, cercando di dimenticare peraltro che l'autrice è lei stessa per metà spagnola… Decisa la traduzione del nome, mi sono ritrovata a fare i conti con un lessico variegato e sfaccettato, irriverente e per di più spesso ingessato nella forma dei rapporti dell'infiltrato ai suoi superiori. Proprio nella forma del racconto si trova un'altra delle trovate geniali del romanzo: i rapporti di polizia dell'ispettore, che scandiscono gli avvenimenti della storia. Rapporti resi inoltre più difficili dall'assunzione costante di hashish da parte del poliziotto, dapprima semplicemente per motivi di "servizio", poi sempre più convinto. Con le conseguenze che si possono immaginare per il lessico e la forma dei rapporti, di cui l'autrice è riuscita comunque magistralmente a tenere le fila. Come è noto al traduttore spetta anche l'onore di compiere una lettura particolare, che va a vivisezionare il testo, di cui non svelerò ovviamente tutti i segreti, visto che non intendo minimamente privare gli eventuali lettori del piacere della scoperta personale. Mi limiterò ad aggiungere che come traduttrice è stata dura non compiere a mia volta quel lavoro di vivisezione su me stessa, trappola in cui a volte confesso di essere caduta, perché il lavoro che giace qualche mese sulla nostra scrivania, sullo schermo davanti a noi, che passa dal nostro inconscio al super-Io alla ricerca di una forma controllata e convincente nel seppure sregolato inseguimento dell'originale - rispetto al quale rimane purtroppo sempre un po' arretrato, o avanzato, a seconda dei casi, non riuscendo mai a essere del tutto alla pari - alla fine per una strana e misteriosa tecnica osmotica spesso riesce a entrare nei meandri della psiche del traduttore, in tutti i suoi pori, prima di venire rigettato e risputato fuori per sempre. Quando inizia una sua vita e nuova avventura, quella della pubblicazione in una lingua diversa da quella in cui è stato creato, quando comincia a circolare in un Paese e in una società diversa da quella da cui è scaturito. Non ci si lascia quindi ingannare dalla patina divertente e spassosa che permea il romanzo, perché l'autrice comunque non abbandona affatto l'introspezione, pur mascherandola per bene nelle spire dei molti doppi dei personaggi. E come potrebbe del resto, essendo psicanalista di formazione? Il suo lavoro attuale deve esserle stato utile peraltro, visto che si occupa di problemi adolescenziali nella periferia di Parigi. Il personaggio principale, l'agente di polizia sotto copertura, assume un'altra identità, un altro atteggiamento e condotta, indossa gli abiti del gruppo di adolescenti-presunti malviventi sui quali deve condurre un'indagine. Nel gruppo, la ragazza di una bellezza straordinaria, Dulcinea, riesce pian piano a invaderne dapprima la mente, poi il cuore. La traduzione mi ha trascinata nelle complicate volute mentali dei personaggi, nella squallida periferia francese popolata di pittoreschi individui, è diventata una sfida coinvolgente, e le sfide mi piacciono molto.