09 febbraio 2019
Caro signor Capote
Caro signor Lish, lei ha tessuto una rete di rimandi che riaffiorano come chiavi di volta (Che ne dice, eh? Chiave di volta è una delle sue parole ricorrenti!) nella costruzione vasta e all’apparenza disordinata del romanzo. Sono immagini, ma soprattutto spie linguistiche da riprodurre con costanza. E che alla fine ripagano il lettore attento, che dagli indizi disseminati può ricostruire un senso.
Caro signor Lish, nelle ultime pagine lei lo svela chiaro: la voce di «yours truly» è l’essenza di tutti gli altri personaggi: «e quando il vostro affezionatissimo si congederà, voi tutti non sarete più niente». E dunque forse anche il traduttore, in questo caso, è solo un’altra faccia del narratore, un «io che parlo con me stesso invece di starmene zitto!»...