Traduzione da: Saggistica americana
L’ispirazione principale di Bangs scrittore e personaggio sono i Beat: ecco quindi scrittura automatica, libere associazioni, cronache di notti brave passate a scrivere con l’ausilio di tutti gli stupefacenti possibili, tranne quelli illegali. In alcuni punti si intuisce chiaramente la scarsa sobrietà dell’autore.
Un tratto essenziale di Bangs è la versatilità stilistica. È capace di passare, nello spazio di cinque righe, dal turpiloquio slang alla parodia di versi di sir Walter Scott. Oppure, nel descrivere un paesaggio, scomoda Joyce e Dylan Thomas e poi conclude parlando dei malviventi protagonisti di un vecchio blues di Dixon. Inventa testi di canzoni, titoli di dischi, notizie di quotidiani e persino rivoluzioni.
Finge di intervistare capi di stato dell’epoca a proposito di dischi e gruppi rock. Tra le vette della sua creatività ci sono i pezzi dedicati ai musicisti che idolatrava, con i quali era molto esigente, e che non si faceva alcuno scrupolo a schernire e insultare, se deludevano le sue aspettative.
Bangs era totalmente incapace di scindere la propria vita dalla musica: nello scrivere di musica scrive anche e soprattutto di sé. Spesso si lancia in divagazioni su ricordi ed esperienze adolescenziali, e partorisce accorate pagine da Bildungsroman; o in invettive a sfondo sociale (ebbene sì, era un moralista, per quanto sui generis) che diventano pregevoli trattatelli sociologici sulla sua epoca, di cui è stato tra i primi a intuire profeticamente le possibili evoluzioni.