La novità più interessante riguarda la maggiore libertà e vivacità con cui Abdolah si lascia trasportare dall’invenzione narrativa - imprimendo un nuovo corso a esperienze del passato o dando vita a fantasie inedite rispetto agli eventi consegnati agli annali della storia, innescando sogni su ciò che avrebbe potuto essere e non è stato. Riscrivere con la libertà propria dell’immaginazione accadimenti passati significa anche vincere paure, superare tabù, liberarsi di fantasmi, venire a patti con il proprio destino, come ritengo accada in questo libro. E allora il traduttore non può che cercare di seguire l’autore e lasciarsi condure dalla fantasia della sua penna, qui di nuovo talvolta surreale, dal ritmo delle sue frasi, confidando che l’immaginazione dello scrittore lo prenda per mano e gli permetta di trovare, anche nella versione italiana, quell’alchimia che rende il racconto avvincente, esotico, evocativo e poetico nel suo realismo trasfigurato
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