Ci sono volute giornate intere per tradurre le quasi 600 pagine che raccontano con dialoghi scorrevoli, descrizioni profonde e una lingua chiara e precisa le indagini del Commissario Nevzat impegnato con la sua squadra, composta dai suoi due aiutanti, Ali e Zeynep, a risolvere il caso dei sette omicidi commessi in sette diversi luoghi della città, come sette sono i colli su cui si estende Istanbul. Delitti efferati che culminano con l’abbandono dei corpi posizionati in maniera enigmatica, affinché il loro ritrovamento conduca, come un filo, le indagini a una soluzione.
Perché Istanbul ricordi, non è semplicemente un poliziesco, anche perché se così fosse, non sarebbe un romanzo così completo e riuscito come in effetti è; mancano i ritmi serrati dei polizieschi a cui il lettore esperto del genere è più abituato, manca anche una narrazione fatta di dettagli e ragionamenti minuziosi, comune ai romanzi più classici del genere... (
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