Traduzione da: Letteratura ucraina - Traduzione di Lorenzo Pompeo
È il secondo romanzo di Jurij Andruchovyc scrittore ucraino nato nel 1960 a Ivano-Frankivs'k, pittoresca cittadina dell'Ucraina occidentale ai piedi dei Carpazi, ha debuttato nel 1895 con la sua raccolta di liriche Nebo i plošci ("il cielo e le piazze"), salutata da buone recensioni da parte della critica. Le successive raccolte Seredmistja ("centro città"), del 1989, assieme alla successiva ekzotycni ptaki i roslyn ("uccelli esotici e vegetazioni"), del 1991, hanno portato la sua figura alla ribalta della scena letteraria ucraina. In pochi anni Andrukhovyc diventa l'alfiere di una nuova generazione. Nel 1987 fonda, insieme ai poeti Vyktor Neborak e Oleksander Irvanec', il gruppo poetico BU-BA-BU. Le serate poetiche del gruppo fanno rumore e attirano un numero crescente di pubblico. Negli anni '90 affianca alla sua produzione lirica anche la prosa. Al 1989, con il ciclo di racconti Zliva, de serce (a sinistra, dove c'è il cuore"), comparso sulla rivista "Prapor", risale infatti il suo debutto da prosatore, a cui segue, nel 1991, la pubblicazione sulla prestigiosa rivista ucraina "Sucasnist'" del suo primo romanzo Rekreatsije, che suscita qualche critica soprattutto per i ritratti di noti esponenti della scena letteraria dell'Ucraina, a detta dei detrattori, sin troppo "realistici". Andruchovyc fu, da parte di alcuni, accusato di offrire un ritratto in negativo dell'intellighenzia ucraina proprio nel momento in cui il paese riusciva ad uscire dalla tutela russo-sovietica e, forse per la prima volta nella sua storia, ad acquistare una piena sovranità statale. Come nella poesia, così anche nella prosa Andruchovyc, nel corso degli anni '90 ha dimostrato di essere forse l'autore di maggior talento della sua generazione. La sua produzione letteraria è sbocciata e si è sviluppata in uno dei periodi forse più significativi nella storia del suo paese. Le timide aperture della perebudova, ovvero la perestrojka ucraina, hanno permesso, nella seconda metà degli anni '80 lo sviluppo di nuove correnti letterarie e di nuovi orientamenti in una realtà storica, politica e culturale immobile e chiusa da più di venti anni (da quando i timidi germogli del disgelo erano stati stroncati dal Regime). Nessuno tuttavia poteva immaginare che quelle timide aperture fossero in realtà le crepe che preannunciavano il crollo. Cercando con una sottile ironia di offrire una rappresentazione di una realtà in caotico mutamento, Andruchovyc è forse lo scrittore ucraino che meglio ha saputo mettere a frutto le possibilità che si aprivano con il crollo del regime sovietico. Recuperando le radici storiche della propria regione di appartenenza, la Galizia austro-ungarica, l'autore della Moscoviade, nello stesso tempo, aspira ad essere un cittadino del mondo contemporaneo. La tensione tra la sua marcata appartenenza a un contesto regionale e la sua apertura alla contemporaneità è risolta attraverso la parodia e il grottesco, che rappresentano i tratti caratteristici della sua cifra stilistica. Alla prosa, da diversi anni Andruchovyc affianca una intensa produzione saggistica, nella quale sono riconoscibili le matrici della sua prosa. In poche parole la presenza dell'autore della Moscoviade nel panorama letterario e intellettuale dell'Ucraina contemporanea è orami diventata imprescindibile per chiunque voglia conoscere la cultura ucraina degli ultimi venti anni.
Lorenzo Pompeo