Quanti romanzi di Amélie Nothomb ha tradotto finora?
Una decina. Da Dizionario dei nomi propri in poi. Più un adattamento teatrale di Mercurio, insieme ad Agnese Nano, che abbiamo anche ritradotto.
La sua attività di traduttrice teatrale l'aiuta a svolgere l'attività di traduttrice letteraria?
Questo mi ha aiutato a tradurre i romanzi di Amélie Nothomb, vista la loro qualità fortemente dialogica.
E quella di giornalista?
La cura per la scrittura che ricerco come giornalista aiuta anche la mia attività di traduzione. Lo sforzo è sempre quello di scrivere bene, in una lingua naturale e piacevole all'orecchio.
Trova che i romanzi di Amélie Nothomb siano uno specchio deformante della figura dell'autrice oppure uno specchio deformante della realtà?
L'autrice è molto misteriosa anche per chi la conosce bene: è difficile decifrarne le deformazioni, visto che si conosce poco il suo vero aspetto. La realtà, nei romanzi di Amélie, viene un po' estremizzata, per renderne più evidenti alcuni elementi.
Come le sembra questo romanzo rispetto agli altri?
Ha, come sempre, i suoi irresistibili momenti di imprevedibilità.
Quanto può essere considerato un romanzo d'amore e quanto un romanzo sulla follia?
Follia e amore sono spesso inestricabili in Nothomb.
Avendo tradotto quasi tutti i suoi romanzi ha l'impressione che siano dei romanzi in un certo senso seriali?
Amélie dice di studiare la natura umana à la Balzac, sia nei romanzi autobiografici che in quelli di pura fiction. In questo senso, quindi, forse sì, esiste una serialità.